Dopo sei mesi riappare un allievo che avevo dato per disperso; convenevoli di rito, baci e abbracci. Sorvola elegantemente sulla mia reprimenda in agguato: “che hai combinato (sottinteso: in senso musicale)?”, rifugiandosi in un vago “mi sono trasferito”.
Gli dico che mi ricorda C’era una volta in America: “che hai fatto in tutti questi anni Noodles?”. “Sono andato a letto presto”.
Ride; dice: “ci vediamo sabato?”. Io: “sì, visto che non mi sono trasferito ho sviluppato un po’ di cose che possono interessarti”. Lui: “ah ok, comunque non vedo l’ora di suonare la tua batteria”.
Tira di più un rullante in legno…