Nb: Questo post è stato scritto molto prima della reunion
A chi ha amato follemente i Police e a chi li ha scoperti poi. Stewart Copeland sputa fuori “Everyone stares: The Police inside out“. E sono già soldi che stanno per partire, perché di fronte al cuore e alla storia (personale) non c’è download che tenga, fosse anche legale il p2p illegale.
Il dvd che il batterista una volta noto come “maglietta, pantaloncini e scarpe da ginnastica” ci *regala* è una raccolta di materiali inediti e personali che Copeland ha girato negli anni in cui i Police erano una punk-rock-pop band planetaria. Per anni ha scartavetrato i cabbasisi a chiunque, filmando qualsiasi cosa dietro le quinte, come un videomaker iutubbico ante litteram. La sua passione per la videocamera è del resto documentata in alcuni video ufficiali dove appare in bacchette e super8.
La band è vissuta relativamente poche stagioni, grazie a dio e a noi che non abbiamo dovuto assistere alla sua decadenza. Dal 1978 al 1984 ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del rock, non si è mai sciolta ufficialmente e i suoi componenti sono rimasti in più o meno buoni rapporti, tanto che si ritrovano sovente a suonicchiare insieme come vecchi compagni di liceo. Ognuno di loro ha avuto carriere ricche e fortunate: Sting in primo luogo, diventato una vera icona del pop sofisticato, ma anche Andy Summers (chitarrista de paura) e Copeland, che ritroviamo autore di colonne sonore e direttore artistico della Notte della Taranta scissionista.
Stewart è anche uno dei nomi illustri della batteria, un innovatore e un vero personaggio. Tecnicamente non spaventoso, ha uno stile personalissimo e si deve a lui e a pochi altri se in quegli anni lo strumento ha avuto una sua voce anche nell’asfittico orizzonte in 4/4 del rock-pop. Le sue interpretazioni di Message in a bottle, Roxanne, Reggata de Blanc, The bed’s too big without you e Bring on the night, When the world is running down […], Spirtis in the material world, tanto per citare solo qualche titolo, sono sempre il punto di rifierimento per chiunque voglia cimentarsi con le cover della band e comunque hanno ispirato molti batteristi cresciuti a pane e polizia.
In questo ha avuto un complice importante: il fatto che come bassista Sting fosse una semipippa. E cioè: se suoni con un bassista che ne sa devi comunque fare i conti con lui e non puoi fare finta di non sentire le linee di basso e devi tenerne conto nelle tue ritmiche. Le linee di basso di Sting, che è sempre stato un grande compositore di musica leggera ma – per sua stessa ammissione – un nientediche come bassista, erano talmente *semplici* che Stewart ci si poteva infilare dentro e riempirle come più gli piaceva. Creando uno stile suo e il sound così nuovo dei Police. Aiutato in questo dalla chitarra rarefatta e onirica di Andy.
Un grazie doppio allora a Stewart, perché quando ero piccolo e studiavo senza batteria e mi sentivo vittima di un complotto contro il mio sicuro grande talento mi ha illuminato sulla possibilità di suonare anche le poltrone e perché adesso, che siamo tutti molto più grandini, ci regala questi pezzi di tanta musica fa.
Video: Stewart Copeland intervistato da Paolo Gallori di Kataweb Musica
Naturalmente, ci mancherebbe altro. Sono un estimatore di Jaco, Rufus etc… Grandiosi bassisti, così come Ray Brown & C., grandiosi contrabbassisti. Sono d’accordo con te. Diciamo che il successo gratifica così tanto, che poi non si ha tanta voglia di approfondire la tecnica del proprio strumento. Questo, a mio avviso è un errore, proprio perchè non ci si deve accontentare mai del proprio livello, ma piuttosto continuare a studiare per evolversi. Caro Sting, un pò di slap non avrebbe guastato, vero? Comunque viva la democrazia!
Purtroppo, anche io strimpello il basso un pò alla Sting, e fra poco uscirà il mio primo singolo autoprodotto (dato che non ti si caga nessuno nell’ambiente discografico). Vivo in Abruzzo e cerco musicisti bravi per il mio progetto: un grande batterista, un ottimo chitarrista (anche 2) e un pianista/Hammondista con le palle. Quando sarà pronto il mio disco FOREVER, lo caricherò su Myspace, Facebook, etc… e vediamo cosa succede. Se sarò fortunato, sarò lieto di conoscere e valutare musicisti di talento, per iniziare a girare in Italia e perchè no, anche in tutto il mondo. Speriamo bene!
Ciao ragazzi!
Tony
Tony, grazie per aver riportato luce su un vecchio – ma sempre attuale – argomento. la ‘pippaggine’ di sting come bassista è una definizione affettuosa da parte di tutti noi che lo amiamo per le infinite cose che ha fatto dai police in poi. del resto ricordo un’intervista in cui sua Pungiglionità in persona ammetteva di non essere un ‘grande’ bassista. Non per questo che lo amiamo o lo rispettiamo di meno. Converrai che se si parla di ‘grandi’ bassisti i nomi sono altri (Anthony jackson? Jaco? Rufus Philpot?). il Nostro è un grande songwriter. Quello si. Grandissimo. :)
Non serve fare acrobazie sul basso o su qualsiasi altro strumento. E’ lo stile che conta (il tiro in sostanza. Quindi, prima di criticare Sting & C. bisogna chiedersi come mai loro sono arrivati al successo? Semplice: sono stati originali, i brani erano accattivanti, e hanno avuto l’ambizione e la determinazione di voler conquistare il mondo. Senza questi ingredienti, cari amici, non si arriva da nessuna parte (oltre ad una buona dose di fortuna, naturalmente). A meno che, non ci si accontenti di suonare solo per il puro piacere di farlo: in questo caso puoi essere anche il migliore a suonare!
..non so suonare, ma i police e Copeland hanno acceso il fuoco nelle vene durante gli anni della mia adolescenza……. Indimenticabili
He he he
Nel caso, ti sarà concesso un doppio rullante al termine della 12a battuta, per ricominciare il giro…
tata – tatuntuta – tutuntutà…
:-)
bentrovato manolesta
meno male che ora conosco il tuo rythm section pensiero: cosi’ non rischiamo di dover litigare in sala prove ,-)
Ah, i bassisti. I batteristi, poi… Sarò pure privo di fantasia ma la mia “sezione ritmica” ideale è quella dei Dire Straits di Alchemy, con Illsley al basso “tun – tuntun” e guai a fare una nota in più, e Williams che rulla rigorosamente su 16simi, 32simi e 64simi senza un controtempo che sia uno… Ah, anche la coppia Mullen – Clayton mi sarebbe andata benissimo. Superfluo dire che non ho mai trovato neanche una pallida imitazione nè degli uni, nè degli altri… ;-) Con Copeland non sarei mai stato capace di suonare, forse è per questo che mi piaceva così tanto…
Ho suonato spesso con Thomas Dwain bassista live di zucchero per diverso tempo, lui ha una gran tecnica nello slap style ma se si deve impegnare nell’arrangiamento di un pezzo demo, la teoria non sa nemmeno dova sta, lui parte crea delle meraviglie ma non sa nemmeno che nota sta facendo.
ci sono memorabili registrazioni dell’epoca in cui suona dei mezzi toni e anche dei 3/4 di toni fuori, ma è vero: non è da questi particolari che si giudica un giocatore e lui resta sempre un grande. però il concetto resta: per suonare ritmiche evolute hai bisogno di un bassista con le contropalle oppure di uno semipippa. il risultato è lo stesso ;-)
Beh, dai, Sting non è una semipippa come bassista… fa poche note, però giuste ;)
Semmai vale lo stesso che per Copeland: tecnicamente non eccellente, ha un suo stile personalissimo.